Parliamo oggi del Rosso Conero, nettare inconfondibile marchigiano. Dei rossi, porta il nome di una zona di pregio ambientale, nota per essere un fiore all’occhiello della regione. Vigneti su vigneti movimentano quest’area di incredibile bellezza, molta parte della quale ricade sul territorio del Parco del Conero, l’area protetta che prende nome dal monte di 570 metri che svetta al suo interno. L’ incontro tra il rilievo e l’Adriatico crea, oltre che un microclima benedetto per la realizzazione di questo vino, altre eccellenze tra cui le famosissime spiagge incantate, uniche da Trieste al Gargano e angoli panoramici senza eguali. Tornando al Rosso Conero, vino noto a livello internazionale, va fatta la cronistoria. La sua produzione è stata avviata dagli Etruschi e fonda le radici nel X sec. a.C.. Di pari passo allo sviluppo della viticoltura è cresciuta la qualità del prodotto enologico del territorio. Attualmente quasi tutte le aziende producono il Rosso Conero in prevalenza con le uve Montepulciano in purezza, ma è prevista la possibilità di aggiungere uva Sangiovese per una quantità che non superi il 15%. Geograficamente parlando, la zona di interesse è il promontorio del Monte Conero, a sud est di Ancona e le colline discendenti. L’ area comprende i comuni di Ancona, Camerano, Numana, Offagna, Sirolo, parte di Castelfidardo e Osimo, sette comuni per un totale di 200 ettari di vigneti. Un’area di nicchia dai terreni con differenti caratteristiche, con le marne e le marne calcaree delle propaggini del monte, le argille e le argille marnose di Camerano e Osimo e le sabbie della zona di Offagna. Per la formazione dell’inconfondibile nettare rosso è fondamentale il microclima, con estati secche ed autunni miti. Ai fini di tutelare questo vino pregiato, nel 1996 è nato il Consorzio per la tutela del Rosso Conero, organismo che comprende i produttori della zona. La Denominazione DOC, di Origine Controllata è arrivata nel 1967 e la tipologia Riserva, che prevede due anni di invecchiamento a decorrere dal 31 Marzo seguente a quello di produzione delle uve. Ultimo riconoscimento qualitativo è quello della DOCG, Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Ma, come si presenta questo nettare marchigiano? Il Rosso Conero, come accennato, è un vino prodotto da vitigno Montepulciano, varietà autoctona della Regione Marche in comune con la Regione Abruzzo. Il suo confine territoriale corrisponde all’antico V Regio di Augusto che andava dal fiume Esino all’Aeternum (Pescara). Veniva chiamato anche CORDISCO. Presenta un grappolo di media dimensione, gli acini sono sferici o leggermente allungati, con buccia color nero violaceo coperta da pruina. La foglia è di color verde intenso con quattro seni laterali, denti pronunciati. Germoglia tardivamente e sfugge ai danni delle gelate, mentre l’uva matura verso l’ultima decade di settembre. Le proprietà organolettiche del Rosso Conero sono la persistenza aromatica e il grande fruttato al palato. Il colore è rubino intenso dalle sfumature violacee in età giovane e va dai toni più maturi , granati ed aranciati con il passare dell’affinamento, che può protrarsi anche oltre i 10 anni. La pungente tannicità che si avverte se consumato entro il primo anno, si sposta ad una piacevole morbidezza con il tempo. Strutturato e corposo, il Rosso Conero si fa notare per l’iniziale vinosità che volge alla frutta, quasi confettura, con il trascorrere degli anni. Secco, asciutto e complesso, ha una grande sensazione pseudo-calorica dovuta alla bassa resa per ettaro delle uve, alla conformazione del terreno unita e all’esclusivo microclima che c’è sul promontorio del Conero. La gradazione alcolica minima parte da 11,5°, mentre per la Riserva deve essere di un grado superiore. E’ consigliato berlo dopo due o tre anni di invecchiamento e la sua struttura permette di conservarlo anche per sei o sette anni per la Riserva. Si sposa con i tipici salumi Marchigiani e con le paste condite con sughi di carne, con la selvaggina, il brasato ed è ottimo con il pecorino di fossa. Aderiscono alla Strada del Rosso Cónero, nata anche con la collaborazione dell’ Ente Parco del Conero per gli amanti della ricerca della tipicità, le cantine che producono questo crù.
Il Blog di Cristina